La lotta alla corruzione è una priorità per la sicurezza attuale e futura dell’UE. La corruzione è riconosciuta sia come un fattore che favorisce la criminalità organizzata sia come una parte centrale del modus operandi dei gruppi di criminalità organizzata, e come tale è una minaccia fondamentale da affrontare.

Tra i vari settori infiltrati dalla corruzione, quello marittimo merita particolare attenzione. I porti in Europa e nel mondo sono diventati grandi ed efficienti centri logistici utilizzati dalla criminalità organizzata per trasportare sostanze (il)lecite dai Paesi produttori ai mercati di consumo, con l’Europa tra le destinazioni principali. Tuttavia, la corruzione nei porti rimane una questione poco studiata e poco indagata. La letteratura è scarsa e gli studi empirici sono pochi. Allo stesso modo, le iniziative volte a riunire le parti interessate pubbliche e private nei porti per identificare i modi per affrontare la corruzione e per scambiare e diffondere buone pratiche rimangono limitate, in particolare all’interno dell’UE.
In questo contesto, il progetto POSEIDON della Fondazione SAFE – finanziato nell’ambito del programma del Fondo per la sicurezza interna della Commissione europea, G.A 101103337 – mira a rafforzare le azioni a livello europeo contro la corruzione nel settore portuale, con particolare attenzione alla corruzione nei principali porti europei.

Durante i 24 mesi di attuazione e con un budget complessivo di 760.740,04 euro, il progetto POSEIDON cerca di riunire gli stakeholder governativi (autorità di gestione portuale, autorità doganali, ecc.), gli stakeholder portuali più rilevanti (del settore privato), le forze dell’ordine, gli istituti e le reti di ricerca con l’obiettivo di colmare le lacune esistenti nella ricerca sulla corruzione nei porti, sviluppare strumenti mirati di valutazione dell’integrità e del rischio portuale e promuovere il dialogo interportuale.

Il progetto POSEIDON sarà realizzato da un consorzio di cinque partner esperti, sotto la guida della Fondazione SAFE: Ecorys, l’Università di Gand, l’Università di Murcia e l’Università Democrito di Tracia. POSEIDON può inoltre già contare sul sostegno formale di soggetti portuali direttamente interessati – come, tra gli altri, il Porto di Algeciras, il Porto di Anversa-Bruges e il Ministero greco della Politica marittima e insulare – nonché di importanti autorità preposte all’applicazione della legge, come Europol e la Gendarmeria europea.

Per tutta la durata del progetto, i partner del consorzio e gli stakeholder di supporto si riuniranno per documentare le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento dei porti europei, identificare le buone pratiche e le soluzioni per prevenire la corruzione, anche attraverso lo sviluppo di raccomandazioni per uno standard di integrità della catena di approvvigionamento portuale dell’UE, e promuovere il dialogo e lo scambio tra gli stakeholder interessati. A tal fine, nel corso del progetto saranno organizzati sei dialoghi tematici interportuali – tre all’anno – che riuniranno i principali attori coinvolti nella lotta alla corruzione nei porti per scambiare informazioni, discutere di esperienze e sfide, nonché di buone pratiche.

Il coinvolgimento delle parti interessate durante l’intero ciclo di vita del progetto, e in particolare attraverso questi dialoghi tematici, consentirà di promuovere la creazione di una rete UE unica nel suo genere, composta da soggetti pubblici e privati, con l’obiettivo di rafforzare lo scambio di informazioni, la cooperazione e facilitare la trasferibilità delle buone pratiche anticorruzione.

In qualità di coordinatore del progetto, SAFE avrà il ruolo cruciale di garantire che il progetto venga attuato in modo regolare ed efficace. Non solo, SAFE sarà direttamente responsabile dell’attuazione dei sei dialoghi interportuali e della creazione e gestione della rete di stakeholder, un compito fondamentale per garantire un impatto duraturo e la sostenibilità di questa iniziativa.

Restate sintonizzati per scoprire di più sulle attività del progetto POSEIDON!